Diletta Bonisolo ha 25 anni, è di Arzignano, e a ottobre conseguirà la laurea magistrale in Psicologia clinica dello sviluppo all’Università di Padova, dopo aver completato la triennale in Scienze psicologiche cognitive e psicobiologiche. Ha sempre lavorato con i bambini, nei centri estivi e nei campeggi come animatrice, perché ne ama la freschezza e la genuinità. Studiare il loro sviluppo cognitivo e poterli accompagnare nella crescita è sempre stata una sua passione, e forse una naturale predisposizione. In questa intervista ci racconta del corso di formazione che ha potuto seguire grazie ad ABAut.

Come sei arrivata ad ABAut?

Durante la triennale ho svolto il tirocinio al Centro CAPTA di Vicenza, occupandomi di bambini e adolescenti. In precedenza avevo anche lavorato come educatrice in un asilo nel bosco, un’esperienza che mi ha permesso di confrontarmi con tutte le fasce d’età. Poi ho scelto di fare il tirocinio da ABAut perché è una realtà molto conosciuta in zona. Durante il mio tirocinio ho avuto la possibilità di seguire un corso di formazione per diventare terapista ABA, ma anche uno di parent coaching e i progetti pomeridiani di ABAut, come Prove d’ufficio e Music 4 all. Il tirocinio non è stato semplice, soprattutto per gli aspetti logistici. Al termine del percorso, però, l’Associazione riconosce un contributo spese proporzionato al numero di ore svolte.

Conoscevi già l’approccio ABA?

No, all’università non lo avevo mai incontrato, credo non sia nemmeno inserito nei programmi accademici. Durante il mio tirocinio da ABAut, ho avuto subito la possibilità di frequentare un corso organizzato dall’Associazione per fornire competenze specifiche a chi lavora con persone autistiche e le loro famiglie. Il mio corso era tenuto da Marica Frescurato, psicologa e analista del comportamento certificata BCBA, che poi è diventata anche la mia tutor durante il tirocinio. Eravamo una decina di partecipanti, quindi è stata un’esperienza intensiva che ha chiarito molti dubbi.

Di cosa avete parlato durante il corso?

È un percorso base sull’autismo e sull’ABA pensato proprio per noi tirocinanti (“Puntiamo alla Formazione”) e per chi desidera intraprendere il ruolo di Tutor ABA. In cinque lezioni frontali di tre ore ciascuna abbiamo affrontato i principi fondamentali dell’ABA: dall’introduzione all’autismo e al pairing così come al rinforzo positivo e negativo, e a tutte le tecniche di discriminazione e trasferimento di controllo, fino alla gestione dei comportamenti problema e alle strategie di intervento. Per me il corso è stato veramente utile perché prima di tutto mi ha dato delle informazioni importantissime sul metodo, ho conosciuto la mia tutor, tutto il team ABAut e questo mi ha dato quelle competenze teoriche e pratiche utili ad affrontare il tirocinio con maggiore consapevolezza. Ho trovato molto serio che l’Associazione volesse prima formarci e spiegarci tutto, di solito nei tirocini si viene un po’ lanciati nel mondo del lavoro, invece loro ci hanno accompagnati e seguiti sempre. Anche perché io, come gli altri, avevo dei dubbi.

Quali dubbi avevi?

Attorno all’ABA ci sono diversi pregiudizi. Io stessa, non conoscendolo, ero scettica. La critica più comune è che si basi unicamente sui rinforzi positivi. Poi però, con il tirocinio, mi sono ricreduta: l’approccio è molto meno rigido di quanto sembri e i risultati superano di gran lunga i pregiudizi.

Puoi farmi un esempio?

Uno dei primi bambini che ho seguito non rispondeva a stimoli verbali e non riusciva a comporre neppure un puzzle da due pezzi, per esempio. Con il tempo e il lavoro delle sessioni, in soli due mesi sapeva riconoscere ciò che gli veniva indicato e riusciva a completare un puzzle da sei pezzi. Progressi così concreti rendono anche la vita familiare più serena, perché ci sono meno crisi e comportamenti problema, grazie a una comunicazione più efficace.
È questo, secondo me, l’aspetto che conta davvero.

Hai concluso il tirocinio?

Sì, il mio tirocinio si è concluso e sto preparando la tesi di laurea. Nel frattempo studio moltissimo in vista della discussione di ottobre, ma continuo anche a seguire i due bambini che avevo conosciuto durante il tirocinio. Per me e per loro è importante: la continuità terapeutica porta risultati significativi. Con uno di questi bambini potrei addirittura diventare insegnante di sostegno, ma siamo in attesa degli interpelli.

Cosa ti piace del tuo lavoro?

Sento che questo lavoro incide davvero nella vita delle persone: i risultati si vedono e ho la sensazione concreta di essere d’aiuto. Mi piacerebbe anche continuare a studiare e specializzarmi in arteterapia, ma per ora penso solo alla laurea!