Quando il design diventa inclusione: il lavoro di Simona Moundrouvalis per ABAut

da | Mar 27, 2025

Simona Moundrouvalis è una grafica e designer che da anni collabora con ABAut, contribuendo a costruire l’identità visiva dell’associazione.

Il suo percorso è iniziato nel 2018 con la realizzazione dell’identità visiva per Riconoscere i segnali, un progetto innovativo dedicato alla formazione degli educatori nei nidi comunali di Vicenza per intercettare i primi segnali dell’autismo.

Davide Mancini, uno dei fondatori di ABAut, aveva avuto modo già di apprezzare il lavoro svolto da Simona quando si occupava della grafica degli spettacoli teatrali realizzati dal Comitato Genitori per raccolta fondi nella scuola dove sia Davide sia Simona portavano i loro figli.

Come hai iniziato a collaborare con ABAut?

Tutto è iniziato con il logo. Mi hanno chiesto un restyling leggero, senza stravolgere le linee originali a cui erano molto affezionati. Il logo rappresenta uno scivolo arcobaleno con un bambino che scende dalla luna alla terra, un riferimento ai “bambini della luna”, espressione usata in passato per indicare i bambini autistici. Il logo voleva essere un simbolo del percorso di adattamento e di accoglienza che ogni bambino autistico può fare con ABAut.
Ho semplicemente reso il tratto più pulito e chiaro, mantenendo intatta l’identità.

Da dove sei partita per creare la nuova identità visiva?

L’essenza di ABAut è il supporto concreto ai bambini e alle loro famiglie. Quando abbiamo ripensato il sito e l’identità grafica, sono partita da un elemento che rappresenta il fare concreto: le mani. Le mani accolgono, accompagnano, aiutano. Poi ho aggiunto l’acqua, simbolo di vita e movimento, e le nuvole, che rappresentano il momento di incertezza e paura che una famiglia vive dopo una diagnosi di autismo. Ma dopo la tempesta deve tornare la calma, e l’arcobaleno è lì a ricordarlo e ad augurarlo, con i suoi colori che richiamano lo spettro autistico e le sue innumerevoli sfumature che rappresentano l’unicità di ogni persona.

 

 

Cosa simboleggiano le impronte?

Le impronte raccontano il percorso di affiancamento che ABAut compie con bambini e famiglie. L’associazione cammina al loro fianco, offrendo supporto, formazione e spazi di condivisione. Questo concetto è centrale e ci sono molti progetti che lo ricordano, come Cammino nelle tue scarpe, un’iniziativa dedicata ai fratelli o ai compagni di classe di persone autistiche.

 

 

Il miglioramento verso la massima autonomia possibile, così diversa per ogni persona autistica, è un altro pilastro importante per ABAut, e per rappresentarla ho scelto la mongolfiera come simbolo di ascolto di ogni singola esigenza, la base da cui parte ogni progetto di ABAut, e gli uccellini, simboli di libertà e crescita.

 

 

Come hai reso visibili i tanti progetti di ABAut?

ABAut realizza tantissime attività e per ognuna ho cercato di creare un elemento iconografico distintivo: paletta e secchiello a ricordare gli interventi di riabilitazione che vengono fatti, oppure le note musicali per i progetti sonori e così via. Ho scelto un’illustrazione giocosa e colorata, che evocasse l’infanzia e la diversità. Volevo che ricordasse gli albi illustrati che fanno dell’illustrazione il centro del loro racconto.

 

 

Molti bambini autistici comunicano attraverso immagini piuttosto che parole, quindi mi sono ispirata a strumenti visivi come il linguaggio dei segni e le PECS (Picture Exchange Communication System), che permettono di esprimersi attraverso simboli. Non ho usato le PECS in modo letterale, ma ho creato illustrazioni stilizzate, semplici e intuitive, per attivare un linguaggio che va oltre le parole, come accade nei sistemi comunicativi alternativi pensati per le persone autistiche non verbali.

 

 

Come sarà la nuova sede dal punto di vista grafico?

Nella nuova sede, la grafica prende vita e avvolge lo spazio, accogliendo le persone nel mondo di ABAut. L’illustrazione principale, ripresa dalla homepage del sito, si ritrova all’ingresso, sintetizza l’identità dell’associazione e accompagna chi entra. Nella stanza delle sessioni, le immagini si liberano da cornici e supporti, creando un ambiente immersivo pensato per accogliere al meglio il bambino e le sue attività.
La sede è luminosa, chiara e ordinata, ma vogliamo anche tanto colore: deve raccontare chi siamo e cosa facciamo. Vogliamo che, entrando, si percepisca subito la nostra missione e l’energia che mettiamo ogni giorno nel nostro lavoro.

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